Felice il «guerriero» nella vita e nel calcio 34

Felice Immordino, «guerriero» di Villalba
esempio di vita con la passione del calcio
Villalba. Il calcio spesso è fatto di belle storie, dal lieto fine e che devono servirci da monito per la vita di tutti i giorni, per non arrendersi mai. Questa è la storia di Felice Immordino, nato a Villalba il 6 maggio 1970 di professione poliziotto con il calcio come seconda vita. Ha iniziato a giocare a calcio all'età di 14 anni ed era un promettente terzino sinistro che ha militato soprattutto in squadre di 3ª e 2ª categoria con la Fincantieri Palermo in promozione punto più alto della sua carriera. Tra il 1990 e 92 milita nell'Aurora Rossa di Mussomeli vincendo il campionato di 2ª categoria.
Qui arriva la svolta, si arruola in polizia e si dedica al calcio solo come passione, nel 1995 approda all'Agrigentina per poi tornare a Villalba e chiudere con il calcio giocato a soli 30 anni nel 2000. Tre anni fa inizia la carriera di allenatore sempre nel Villalba, l'anno dopo allena le giovanili del Real Suttano e quest'anno con la rinascita del calcio a Villalba torna a casa.
Il Villalba è una squadra composta da giovani con 5-6 juniores in campo ogni domenica dal primo minuto, nelle ultime settimane le squalifiche e gli infortuni hanno ridotto la rosa, così domenica scorsa contro l'Acquaviva, Immordino a 43 anni torna in campo per 5 minuti subentrando ad un suo giocatore e mercoledì nel recupero con il Marianopoli gioca dal primo minuto ed anche bene, però una contrattura dopo un quarto d'ora lo mette fuorigioco.
La bella storia di Felice Immordino comincia da qua, un uomo che nel febbraio del 2013 dopo che gli era stato riscontrato un tumore subisce un intervento chirurgico, la chemioterapia e il lungo è difficile ritorno verso una vita normale. Immordino mercoledì dopo la sostituzione era entusiasta: «È bello dopo quello che ho passato tornare nuovamente a giocare, adesso ci ho preso di nuovo gusto e infortuni permettendo continuerò per il resto della stagione a fare il giocatore-allenatore, spero che il mio esempio serva ad altri che combattono contro questo male oscuro, non bisogna arrendersi mai e lottare perché si può sconfiggere».
Gandolfo Maria Pepe


10/01/2014